venerdì 15 giugno 2012

“A chaos theory” - The exhibition in Bari



La mostra “A chaos theory” definisce, attraverso l’intervento di quattro artisti, un sistema di forze e connessioni in cui i segni, le architetture visive e le geometrie sonore contribuiscono alla produzione di un ambiente immersivo, un’opera totale all’interno di un sistema dinamico.
 
Artisti
Luigi Giandonato

Curatori: Fausta Bolettieri, Roberto Lacarbonara
Vernice: Sala Murat - Bari, Piazza Ferrarese Lunedì 18 Giugno alle 17.30
Apertura: 10-13 / 18-19 da Martedì a Domenica (Lunedì chiuso)
Ufficio stampa: It's LIQUID 

The show “A chaos theory” defines, through the intervention of four artists, a system of strengths and connections where the signs, the visual architectures and the geometric sounds contribute to the production of an immersive environment, a total work within a complex ideal system.
Artists:
Luigi Giandonato

Curators: Fausta Bolettieri, Roberto Lacarbonara
Private View: Sala Murat – Bari, Piazza Ferrarese on Monday 18 June at 7.30 pm
Opening times: 10-1 pm / 6-9 pm from Tuesday to Sunday (Monday closed)
Ufficio stampa: It’s LIQUID 

 
Il progetto espositivo elabora una formula di interazione tra contenuti visuali-estetici e principi strutturali. La natura delle opere riferisce i termini fondamentali della pittura e della scultura: equilibri caotici, tensioni energetiche, relazione tra spazio e percezione, tra superfici e struttura. Attraverso un approccio rigoroso e sistemico, “A chaos theory” analizza la continuità tra statica e moto, tra entropia e serialità, tra ordine e tumulto, con riferimento alle recenti ricerche della cibernetica sulle connessioni tra la mente e la macchina, tra l’organico e l’elettrico, tra la pelle e il mondo reale.

The exhibition aims to process a formula of interaction between the visual-aesthetic contents and the scientific-structural dynamics. The nature of the works reports the fundamental principles of the paintings and the sculptures: chaotic balancesenergetic tensionsrelation between space and perception, and between surface and structure. Through a strict and systemic approach “A chaos theory” analyses the continuity between static and dynamic, the entropy and seriality, and the order and uproar, with reference to the recent cybernetic research on the connection between the mind and the machine, the organic and the electric, the skin and the real world.



Daniela Corbascio lavora nel caos delle sue reminiscenze d’infanzia, recuperando la materia, il legno, lavorato dall’incedere del tempo, all’interno del quale svetta un punto luminoso, il suo personale ordine nel caos della memoria. Un’installazione in bilico che vorrebbe evadere i confini di spazio, così come ha fatto con il tempo, e rifugiarsi nel disordine. L’artista attinge dal passato per riproporre nel presente e, perché no, nel futuro; prende e mette a posto, sistema, aggiunge, toglie e svuota, per lasciare allo spettatore la possibilità di riempire lo spazio con la propria memoria.
Luigi Giandonato irrompe nel bianco ordine della sala Murat con tre grandi tele alla vista delle quali il visitatorerimane interdetto ed allo stesso tempo affascinato. Segni confusi, incessanti non lasciano tregua alla tela bianca,sopraffatta da colori e geometrie infinite attraverso le quali Giandonato disegna il suo mondo (ordine) caoticodifficilmente penetrabile ad occhio inesperto. Ad un primo sguardo le tele sembrano rappresentare una “matassa”difficile da sbrogliare, tuttavia avvicinandosi, nei particolari, è possibile ritrovare un ordine geometrico e mentale. Le tele comunicano con le installazioni verso le quali si rivolgono in un dialogo in cui lo spettatore viene
inserito e costretto a prender parte.
A creare ulteriore scompiglio ci pensano il giovanissimo artista olandese Berdnault Smilde e lo svizzero Zimoun. Il primo si contrappone alla maestosità e materia delle opere di Corbascio e Giandonato, presentandosi con un’opera che rappresenta la smaterializzazione totale non solo dell’opera d’arte ma anche della natura stessa. Crea una nuvola indoor a rappresentazione di quanto effimero possa essere il concetto più proprio dell’arte dei giorni nostri. Ed è forse proprio questa grande verità a sconvolgere lo spettatore, confondendo la mente e le poche sicurezze che sull’arte aveva maturato fino a quel momento. E’ il caos per eccellenza che impera nella ’idrometeora costituita da minute particelle d'acqua e cristalli di ghiaccio sospese nell'atmosfera che compongono per soli 10 secondi l’opera.
La mostra si chiude con un’imponente opera dello svizzero Zimoun. Un muro di 5 metri si erge a delimitare questo spazio così ordinatamente caotico, così lineare e “pulito” che poco si riconosce con la Sala Murat. Una parete modulare, in realtà leggerissima, composta di scatole di cartoni sui quali si muovono senza ordine e senza sosta 250motorini. 



Daniela CORBASCIO intervenes in the environment displaying a heavy modular frame made of wood, a neat and replicated disposition of linear forms, unstable and placed in a precarious balance. Luigi GIANDONATOshowcases the analysis of languages and sign of the large monochrome canvases in contrast with the iron sculptures and large reticular cages, which retain intangible elements. Berndnaut SMILDE works with a total de-materialisation of the physical and visual elements: the exhibition space will host the indoor cloud, a fluctuating cloud in the Murat room. ZIMOUN creates an installation that generates some vibrations and chaotic noise produced by hundreds of motors that wave around still cables and disrupts the seriality and the control of the mechanical system.


Nessun commento:

Posta un commento